Istituto di Istruzione Superiore “Emanuele Basile” - Monreale (PA)
“Le Baccanti” da Euripide
Cast
Alfano Gloria Inanimi Rosaria
Baiamonte Giulia La Torre Francesca Asja
Cassenti Martina Manzella Simona
Comparetto Andrea Maraschino Erika
Di Fulco Rosalia Messina Antonio
Di Gregorio Francesca Palesano Sara
Ferraro Roberta Sciacchitano Serena
Gianfala Giacinto
Regia Rosalia Iacona
Consulente per il testo Prof. Antonella Casciolo
Direzione coro e coreografie Maurizio Carlo Luigi Vitale
Note
Dionisio, ovvero l’affermazione dell’irrazionalità, dell’individualità, della corporeità, l’affermazione della società come insieme di individui. Penteo, ovvero la negazione dell’estro, della follia, dell’individualità. L’affermazione dell’essere come conseguenza di regole e leggi.
Così se la libertà di vivere il proprio corpo e la propria follia sono per Dioniso, alla luce del sole, fuori della Polis ma alla luce del sole; per Penteo la morale delle leggi tende a negare tali libertà. Ma al tempo stesso non può negarne l’imprescindibile necessità. Si trasforma così in voyeur, si traveste, spia le Baccanti, a significare che l’essere umano è duale, ora razionale e mentale, ora folle e corporeo.
Penteo, il perdente, trasforma quindi in vizio la libertà del suo essere. Non riconosce Dionisio in quanto divinità, non vede ciò che non vuole vedere, sente e vede le Baccanti che circondano la sua reggia e che martellano la reggia stessa con lo “stridore” dei timpani. Non vede invece le Baccanti durante i riti sul monte Citerone, né mentre in dialogo con Cadmo, Tiresia, i mandriani, esse gli sono accanto a testimoniare che la loro presenza come il loro significato, è innegabile. Fino all’ultimo si nega all’irrazionale, al corpo e alle sue necessità. Per questo vizio, più che per volere del dio, troverà la morte. Agave riconoscerà la testa del figlio nel simulacro, una testa di gesso coperta da una pelle e che andrà in frantumi non appena la prenderà in mano, a simboleggiare lo squartamento del corpo del figlio.
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